Intervista a Tonino Carotone e Giulio Wilson: un viaggio tra musica, vino e amicizia
Raramente si incontrano progetti cantautorali che uniscono in maniera sincera e appassionata musica, vino e amicizia.
È il caso di “Mondo DiVINO”, il nuovo album di inediti di Tonino Carotone e Giulio Wilson, cantautori diversi ma accomunati dalle stesse passioni. Già dal titolo è chiaro che la buona musica e il buon bere si sono incontrati in questo progetto: Giulio Wilson è enologo e proprietario di una fattoria in Toscana dove produce vini biologici, ed è cantautore; il cantautore spagnolo Tonino Carotone è un appassionato estimatore di vini. È stato ospite nella tenuta di Giulio in occasione della vendemmia del 2024, che ha messo in moto un po’ tutto il progetto musicale ed enologico. L’thought iniziale è stata proprio di Wilson. Da questo incontro sono nati “Mondo DiVINO”, un disco che è un inno alla vita e un brindisi alla libertà, e un vino rosso toscano che il pubblico può assaporare ai concerti che vedranno Wilson e Carotone sul palco fino a settembre, con un reside che definiscono “coinvolgente e brioso”.
Tonino Carotone e Giulio Wilson: l’intervista
Come è nato il vostro incontro?
“Tutto è iniziato davanti a una bottiglia. La nostra amicizia e la passione per il buon vino ci hanno portato a collaborare, in maniera spontanea. Dopo aver passato del tempo insieme nella mia fattoria in Toscana, dove produco vini da vitigni autoctoni, abbiamo deciso di unire le nostre energie”, racconta Giulio. “È nata subito una sintonia che si è trasformata in un progetto artistico e di amicizia solida, come un buon vino che matura nel tempo. Il disco lo abbiamo registrato proprio nella mia cantina”.
Il vino e la musica: due universi che trovano un punto di incontro?
“Sì. Il vino è simbolo di convivialità, di festa e leggerezza ma anche di riflessione profonda, proprio come la musica. “Mondo DiVINO” è un disco che unisce il lato giocoso e leggero e quello più intenso. Uniamo l’aspetto festoso del brindare con una ‘sostanza’ più profonda. Per noi aprire una bottiglia è un rituale simbolo di allegria, la musica è passione che a volte si spinge nell’analisi più approfondita dell’essere. Il vino è inclusivo, è sinonimo di convivialità, il vino unisce. Come la musica, del resto”.
Che caratteristiche ha il vostro vino?
“È nato da un Pugnitello, antico vitigno toscano. Ne è derivato un prodotto bello corposo, barricato, è vino estremo, malandrino come Tonino. Secondo noi è molto buono, molto ruffiano perché nonostante una bella componente tannica ha dei tannini fini e dolci, si beve bene. Stiamo preparando un e-commerce dove si potrà acquistare”.
Con cosa si abbina?
“Pensiamo di essere a cena, con il nostro disco in sottofondo. Ci vuole un piatto a base di carne o dei formaggi: vanno bene tutti i companatici che ingrassano la bocca, sicuramente anche piatti saporiti in generale. Io”, cube Giulio, “abbino sempre qualche piatto della cucina toscana che ha molto pepe o comunque dei sapori intensi. Essendo però un vino a modo suo elegante, si presta advert accompagnamenti che rinuncino alla carne: in un mondo in cui è meglio farne a meno, potremmo abbinarlo a uno sformatino di carciofi o a una fonduta. Qualcosa di spagnolo si presterebbe altrettanto bene: ci sono insaccati buonissimi e formaggi eccezionali che sono adatti”.
Potremmo riassumere il vostro progetto in tre parole: ascoltare, assaporare, condividere.
“Abbiamo scritto 12 brani con il profumo del mosto nell’aria, senza pensare al advertising”.
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