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    Italia del Gusto, Made in Italy da record nel 2024 – Foodmakers.it

    Team_ItalianKitchenDiariesBy Team_ItalianKitchenDiariesApril 11, 2025No Comments5 Mins Read
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    L’export agroalimentare italiano cresce dell’8% e Italia del Gusto celebra questo risultato da Andrea Aprea con un pranzo stellato. Queste le luci, non mancano le ombre: sono rappresentate dai dazi USA.

    Il Consorzio Italia del Gusto, fondato nel 2006 da Giovanni Rana, è il primo consorzio privato di imprese italiane nel settore alimentare e vinicolo. Soci di Italia del Gusto sono 38 model che generano un fatturato aggregato di 25 miliardi di euro. Il consorzio si propone di migliorare la competitività delle aziende affiliate sui mercati internazionali attraverso strategie di advertising, promozione, comunicazione e sviluppo di partnership strategiche.

    Tra gli associati figurano alcune delle realtà più observe del Made in Italy: Amadori, Amica Chips, Auricchio, Barilla, Bauli, Bonomelli, Caffè Borbone, Cannamela, Cirio, Gruppo Colussi, Delicius, Elah -Dufour, Fabbri, Filippo Berio, Medusa, Molino Spadoni, Novi, Noberasco, Orogel, PanPiuma, Parmalat, Parmareggio, Polenta Valsugana, Rana, Rio Mare, Riso Gallo, Rovagnati, Sammontana Italia, San Benedetto, Santa Rosa, Urbani Tartufi, Valfrutta, Valsoia, Vecchia Romagna e Terra Moretti.

    Il presidente del Consorzio è Giacomo Ponti, presidente anche di Ponti, storica azienda (che fa parte del Consorzio) che produce aceti, sottaceti, sottoli. È proprio il dottor Ponti a ricordare come “Italia del Gusto aiuti le aziende consorziate a essere presenti sui mercati all’estero, esportando anche i valori comuni che tutti i soci condividono: qualità, tradizione, innovazione”. Senza banalizzare ma al contrario valorizzando il concetto di sinergia, Giacomo Ponti ha ricordato come “L’unione fa la forza e in Italia del Gusto questo si vede chiaramente, il Made in Italy sa fare squadra”. Nonostante i risultati lusinghieri, l’attualità irrompe durante l’incontro che si è svolto con un pranzo stellato al ristorante di Andrea Aprea, a Milano. I dazi applicati dagli Stati Uniti rappresentano un argomento scottante: “È chiaro che siamo a sfavore dei dazi come provvedimento in sé e per sé”, ha dichiarato il dottor Ponti, “Penalizzano il consumatore finale ma portano danno a tutta la filiera. Potrebbero avere conseguenze pesanti: perdere quote di mercato significa compromettere anni di lavoro e investimenti. Ma il nostro obiettivo resta quello di rafforzare la presenza del Made in Italy nel mondo, esplorando nuove opportunità e consolidando quelle esistenti. La soluzione? Applicare una strategia di diversificazione”. Tutte le aziende presenti hanno sottolineato che è questa l’unica strada da percorrere, anche se non è una strategia facile perché ci sono affinità culturali che ci legano a determinati paesi ma anche barriere culturali da superare con altri: non dappertutto nel mondo apprezzano il cibo italiano come lo fanno negli Stati Uniti. Perciò guardare advert altri mercati (magari a quelli asiatici, come ha già fatto al Francia) è l’unica soluzione praticabile.

    Made in Italy: i dati del 2024

    Il Made in Italy l’anno scorso ha brillato sui mercati internazionali, con un export agroalimentare che nel 2024 ha toccato quota 67 miliardi di euro crescendo dell’8%. Un risultato che premia la qualità e l’innovazione delle imprese italiane. Negli ultimi dodici mesi, l’export agroalimentare italiano ha registrato crescite significative negli USA (+18%), in Australia (+16%) e in Canada (+15%), con opportunità in espansione in Polonia (+19%) e Corea del Sud (+233% in dieci anni). Considerando solamente l’aggregato dei comparti Meals & Beverage a cui appartengono le imprese del consorzio Italia del Gusto (dai vini imbottigliati alla pasta, dai prodotti da forno ai derivati del pomodoro, dall’olio di oliva ai formaggi e così by way of), l’export italiano ha chiuso il 2024 con un +10,2% a valore. La principale space di sbocco dei prodotti F&B italiani è l’Unione Europea, seguita dal Nord America; siamo poco presenti in Asia, quasi totalmente assenti in Africa, America Latina e Oceania.

    Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma, precisa: “L’export italiano ha ottenuto la crescita più alta tra i high participant del settore, con un +8% che supera Spagna (+6%), Germania e Cina (+4%)”. Certo, ora i dazi minacciano di frenare questo slancio. Però, è stato anche giusto fare il punto e festeggiare questi risultati importanti che, comunque, restano.

    Per celebrare questi traguardi e affrontare le nuove sfide, il Consorzio Italia del Gusto ha organizzato un pranzo affidandolo allo chef Aprea, che ha declinato nelle varie portate un tributo ai sapori e alla tradizione del Made in Italy, con un menu esclusivo. Le due stelle Michelin che chef Aprea ha messo nel piatto hanno regalato un viaggio sensoriale attraverso le migliori produzioni delle aziende consorziate.

     l'uovo bio bio con patata, Grana Padano DOP e tartufo nero by Andrea Aprea

    ll percorso gastronomico – realizzato appunto con i prodotti delle aziende aderenti al Consorzio Italia del Gusto – è iniziato con uovo bio con patata, Grana Padano DOP e tartufo nero (uno spettacolo anche per gli occhi), accompagnato da Bellavista Franciacorta DOCG Pas Operé (2020); successivamente sono stati presentati due primi, riso carnaroli mantecato al cacio e pepe con fichi e gamberi, e tortello genovese di manzo con provolone, scarola e olive nere; come secondo, una strepitosa faraona con cavolfiore, senape e camomilla e, come dolci, gianduia e lamponi con un interessante gioco di consistenze, babà con crema e amarena, e infine un cioccolatino al sale, liquirizia e aceto balsamico tradizionale di Modena D.O.P. Ponti Further Vecchio 25 Anni. Un cioccolatino piccolo, ma enorme nel gusto: è una vera ondata di sapore.

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